Intervista: La testa mozzata di Salvatore Stefanelli

Ciao Readers!
Eccomi tornata con un post un po' particolare; oggi per la prima volta, porto un'intervista su questo blog (e nella mia vita eheeh)...

Rimgrazio subito l'autore Salvatore Stefanelli per avermi dedicato il suo tempo e avermi fatto leggere il suo romanzo La testa mozzata; di una gentilezza infinita...

Scopriamo assieme questa intervista e i segreti che nasconde Salvatore...
Ciao Salvatore, benvenuto! 

La prima domanda è di rito. Parlaci un po’ di te, cosa fai nella vita, oltre a scrivere?

Attualmente non molto. Dopo che ho dovuto chiudere la mia attività di edicolante, alcuni anni fa, mi sono un po' arrangiato, in seguito, svariate circostanze (pandemia compresa) mi hanno un po' bloccato.

In queste settimane sei alle prese con la promozione del tuo racconto La testa mozzata, di che genere di storia si tratta?

Se proprio vogliamo definirlo, possiamo iscriverlo nei thriller, come ha fatto l'editore Delos Digital. Ambientato in una Napoli del 2015, tra i suoi vicoli. Il protagonista è cresciuto a stretto contatto con la malavita e ha deciso di schierarsi dalla parte opposta, pur non tralasciando le amicizie che sono rimaste attaccate a quel mondo e di cui, all'occasione, se ne serve per arrivare a risolvere i casi su cui indaga. La testa mozzata è una storia di amicizie, appunto, di amori, di ricordi, un po' tra il sorriso e l'amaro, dove una setta di... forse sto dicendo troppo. Mi fermo qui.

Guardando la tua biografia ho visto che sei di Napoli; quanto ti pesa giudicare la tua città e gli abitanti?

Non ci sono pesi che chi ama questa città non possa portare. Ogni napoletano, se lo si sa prendere, non nasconderà i difetti che fanno parte dell'anima di Napoli ma, anche, ne loderà i pregi che, credetemi, sono tantissimi, oltre ogni luogo comune e al di là di quanti possano vedervi solo il peggio del peggio, come tanto spesso si vede in televisione e sulla carta stampata, salvo qualche trasmissione (tipo quelle di Alberto Angela) e qualche film/serie che sanno mostrare anche una parte della sua meraviglia. E... scusatemi ma questo non è essere di parte.

Quanta verità c'è nella storia dei personaggi?

Io credo che questa storia sia credibile così come i suoi personaggi e le loro verità. Penso che ognuno di noi possa aver incontrato nella sua vita qualcuno che avesse un po' di Annarella o di Antonio, di Enzino o di Nadia, persino di Don Eusebio. Se poi intendessi sapere se io conosco persone che siano loro spiaccicati e che mi sia a essi ispirato, mi dispiace deluderti ma no, non ne conosco... oppure, sì, ma in centinaia di persone diverse un po'.

Com'è nata l'idea per questo libro? Ti sei basato su fatti realmente accaduti?

Nessun fatto in particolare, semplicemente mi si è presentato davanti il protagonista e mi ha fatto vivere un piccolo pezzo della sua vita, una scena, e da lì in poi, andando un po' avanti e indietro nel tempo, ha continuato a tirarmi dentro, fino a farmi scoprire l'intera storia che io non ho fatto altro che mettere nero su bianco.

Quali sono state le scene più difficili da scrivere in La testa mozzata? Perché?

Oltre la prima, che, per il fatto di essere appunto la prima, è di per se stessa difficile? Non saprei. Forse, l'incontro tra Don Eusebio e Antonio Negri, nel tentativo di usare frasi che dicessero ma non troppo. In generale, almeno per me, ogni dialogo è difficile da scrivere, perché deve essere plausibile e al tempo stesso funzionale alla storia.

Ti riconosci in uno dei tuoi personaggi? Se sì, in quale e perché? 

Mi aspettavo una domanda a cui non avrei saputo rispondere in un modo che ritenessi adeguato. Eccola. In parte potrei aver già risposto a questa domanda, perché c'è un po' di loro in ognuno di noi, me compreso. Inoltre, penso che ci sia anche quella parte di me che avrei voluto essere: la tenacia di alcuni, il sacrificio di altri, il coraggio di chi è immerso quotidianamente in una vita di pericoli, il potere di chi sa giocare tra le trame per edificarne di proprie. Non so se così ho risposto alla tua domanda; spero di sì.

Quali sono i tuoi progetti futuri? Stai già lavorando a un nuovo romanzo?

Progetti futuri, quale scrittore non ne ha? Per dirne alcuni, scrivere una nuova storia che abbia come protagonisti almeno una parte degli amici di "La testa mozzata". Prima di questo, completare il ciclo delle storie di Apollinare Neiviller, il Cacciatore di mostri, un ciclo un po' horror e un po' hardboiled, come l'hanno definito alcuni. Poi ci sarebbero altre due storie in attesa di essere messe nero su bianco, una thriller e una mainstream. In ultimo, ma non per ultimo, vorrei riuscire a scrivere almeno un racconto per il Premio Gran Giallo Città di Cattolica, se non un romanzo per il Premio Tedeschi del 2023. Credo che possano bastare, per il momento.

Grazie per l’intervista!

Grazie a te per le belle domande! Il futuro è incerto ma comprenderlo starà nelle risposte che sapremo dare ogni giorno. Ciao a tutti.

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