Alla fine di un regno di Elio Capriati - Recensione

 Cari lettori e care lettrici, eccomi di nuovo qui per parlarti dell'ultimo libro appena letto. Sto per parlarvi di Alla fine di un regno di Elio Capriati, edito da Robin Edizioni.

Adoro i romanzi storici, perché attraverso le storie e la vita di personaggi e famiglie realmente esistite, si può apprendere benissimo e chiaramente come si viveva in un determinato periodo. E l'autore Elio Capriati è riuscito a far avvicinare ancor di più il mio interesse per la storia del Regno di Napoli, del popolo e dei vari reggenti che l'anno reso un caso unico di amministrazione. Un caso che è ancora presente nel cuore dei meridionali.

Trama di Alla fine di un regno

Alla fine di un regno di Elio Capriati

Per farvi capire meglio il libro e la mia opinione, vi consiglio di leggere la trama qui riportata.

La caduta del Regno delle Due Sicilie ha rappresentato uno degli eventi più traumatici della storia d'Italia. Ancora oggi, quella fine è avvertita da molti meridionali, a torto o a ragione, come un'illegittima annessione e una profonda ferita inferta all'identità della "nazione napolitana".

Tramite l'originale punto di vista della famiglia De Courville, svizzeri cosmopoliti realmente vissuti nella Napoli del tempo, si entra nel vortice degli ultimi anni della capitale borbonica per essere testimoni oculari dei drammatici e turbolenti eventi che la sconvolsero.

I fratelli Oscar e telle De Courville, insieme alle loro mogli, accompagnano il lettore con un commento attento e puntuale degli anni della crisi del Regno delle Due Sicilie, fino al suo inesorabile crollo.

Recensione

Alla fine di un regno non è solo un romanzo storico, ma è un vero e proprio viaggio nel tempo. Elio Capriati ha descritto in maniera magistrale gli ultimi anni del Regno delle Due Sicilie, attraverso gli occhi e le vicende dei fratelli De Courville.

I due fratelli, seppure hanno caratteri diversi e priorità distanti, sono molto uniti:

Per i due fratelli l'avere la stessa concezione della vita significava che etica e religione laicamente si ricongiungevano e si concretizzavano, quando si trattava di agire nelle questioni familiari, in un grande affiatamento nel valutare le situazioni e nel prendere le conseguenti decisioni. Le dissomiglianze emergevano nella maniera di affrontare gli affari. Più intraprendente e determinata la condotta di Oscar, al quale bastava poco per afferrare gli aspetti vantaggiosi dell'operazione commerciale, mentre Tell valutava con maggiore attenzione gli elementi sfavorevoli del negozio. Due comportamenti che riflettevano fedelmente i caratteri dei due fratelli: più fattivo e concreto quello di oscar, più riflessivo e prudente quello di Tell.

 Elio Capriati scrive in maniera molto scorrevole e lineare. Usa un linguaggio forbito e adeguato alla classa sociale a cui fa riferimento. I dialoghi sono molto realistici, proprio per la scelta attuata. Adatti e molto comprensibili, le frasi in dialetto napoletano, utilizzato dal popolo durante i moti del 1848. Sono queste sfumature che rendono vivo e vero il romanzo.

Molto interessante la scelta di titolare i capitoli con gli anni che hanno segnato la storia di un popolo e di un Regno, cioè dal 1848 al 1860. Il romanzo storico inizia proprio con i moti scoppiati nel gennaio del 1848, e con l'analisi delle vicende nell'isola siciliana, ovvero la concessione da parte del re dell'autonomia amministrativa.

Nell'opera si scoprono persone realmente vissute e che hanno partecipato attivamente alla vita politica ed economica napoletana, e si scoprono meglio fatti ed avvenimenti realmente accaduti, che difficilmente troviamo riportati nei libri di storia.

In Alla fine di un regno, scopriamo e conosciamo anche la vita familiare e gli interessi economici della famiglia De Courville. Impariamo ad amare e capire le loro scelte e il loro punto di vista, in merito alla politica borbonica.

Elio Capriati è stata una scoperta interessante e mi ha aiutato a comprendere ancor di più la storia della mia amata Campania e del meridione italiano.

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